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Nelle pareti degli ambulacri sono scavate le tombe, dette loculi che avevano un'altezza di 40-60 cm ed una lunghezza variabile dai 120 ai 150 cm; questi ultimi erano vere e proprie camere di pietra che accoglievano i corpi avvolti in lenzuoli di lino oppure posti in sarcofagi di pietra. Gli ambulacri potevano essere intervallati, oltre che con i loculi più comuni, anche con i cubicoli, piccoli ambienti destinati ad ospitare le tombe di una famiglia o associazione, e con le cripte, contenenti solitamente la tomba di un martire; inoltre si possono trovare anche tombe sormontate da un arco, dette arcosoli e destinate ai nobili, ai martiri e ai Papi.
Affresco del Buon Pastore, Catacombe di San Callisto a RomaLa RomaLa luce e l'aria filtravano attraverso dei pozzi verticali quadrati, chiamati lucernari. La tomba veniva successivamente chiusa ponendo della malta e una lastra di marmo o delle tegole di terracotta, sulle quali veniva inciso spesso il nome del defunto, l'età e la data di morte; spesso a tali informazioni veniva aggiunta un'epigrafe religiosa o simbolica. lo studio di tali epigrafi riveste un'importanza capitale. Nelle catacombe si pregava perché, a quel tempo,la religione cristiana non era permessa.
Solitamente vi era un unico custode e fossore, per un'area indubbiamente modesta. Di regola i corpi erano orientati, particolarmente ad est. Il sarcofago era una tomba più lussuosa e conservativa, e poteva essere realizzato in pietra, in marmo, in terracotta, e raramente in piombo, meno comune. Molto diffuso invece, di origini puniche, era un sepolcro realizzato con delle anfore. Per utilizzare lo spazio nella maniera migliore si costruivano anche tombe a pozzo chiamate forma. Le tombe più semplici potevano dunque essere il sarcofago, che costituiva la forma più evoluta, oppure un monolito a foggia di sarcofago, con un manufatto protettivo, a cappuccina se in muratura, oppure a mensa, con una lastra piana semicircolare.
Inizialmente si utilizzarono cave abbandonate, differenziate da tufo granulare (le cui catacombe si caratterizzano per il tracciato irregolare e le gallerie larghe) o solido (con gallerie strette, più regolari e verticali). Il primo elemento di ogni catacomba è sempre una scala d'accesso (detta scala, descensus, o altre volte catabaticum), saltuarialmente affiancate da altre strutture per l'accesso dei pellegrini, come l'introitus ad martyres dal IV secolo. Le gallerie furono chiamate cryptae, indicando poi con lo stesso termine tutto il complesso sotterraneo; col termine cubiculum si definivano invece le camere sia sotterranee che subdiali. Le pila erano dei gruppi di defunti disposti in ordine verticale; fra le pila solitamente si seppellivano i bambini.
La toponomastica cimiteriale è caratterizzata generalmente dalle denominazioni di persone (come quelle di Priscilla o di Pretestato), da origini topografiche (ad duas lauros), da nomi di santi (sant'Agnese, san Pancrazio), oppure dall'anonimato o da nomi moderni (Santa Croce).
La cura del sepolcro s'intendeva con l'arricchimento di doni e mantenendone l'integrità (si permettevano reliquie ex contactu); in Oriente invece molti corpi vennero traslati, soprattutto a Costantinopoli. A Roma non si può parlare di traslazioni prima di papa Onorio I (625-638), e di veri e propri movimenti con Teodoro I (642-649): nacquero così celebrazioni liturgiche e chiese dedicate agli stessi santi. Il culto cominciava con il giorno della morte, il dies natalis, o ἡμέρα γενέθλιος (heméra ghenéthlios), deponendone le spoglie in una semplice tomba, poi man mano arricchita con nuovi doni, con grandi lavori dopo la pace di Costantino.
Primo provvedimento sull’organizzazione dei cimiteri fu di papa Zefirino, che alla fine del II secolo nomina Callisto tutore del cimitero della via Appia. Nel 240 papa Fabiano "regiones divisit diaconibus et multas fabricas per coemeteria fieri iussit" («divise le regioni tra i diaconi ed ordinò che venissero allestiti molti cantieri per la costruzione dei cimiteri»); dalla fine del IV secolo vi furono diverse ripartizioni: i praepositi, per le basiliche cimiteriali, i mansionarii, custodi delle basiliche minori, i cubicularii, per i sepolcri dei martiri. Con papa Damaso I (366-384) comincia un’epoca d’oro per i cimiteri cristiani di Roma, con lavori ed abbellimenti nelle cripte dei martiri. Dal 394, con l’affermazione definitiva del Cristianesimo con Teodosio I, la sepoltura sotterranea comincia ad essere tralasciata: si preferisce la sepoltura subdiale, meno dispendiosa. Inoltre le invasioni barbariche (il 24 agosto 410 Alarico entra a Roma) foriere di morte e distruzione, portarono a diverse traslazioni dei corpi dei martiri. Quando dal IX secolo fu permessa la sepoltura intra urbem, l’abbandono fu compiuto.
Ritratto di Giovan Battista De RossiI primi studi sulle catacombe cristiane iniziano con Pomponio Leto, con la fondazione dell'Accademia Romana degli Antiquari nel XV secolo, con scopi relativamente poco scientifici. Andrea Fulvio dedica due libri ai cimiteri cristiani nelle Antiquitates Urbis del 1527, che ispirano Onofrio Panvinio a scrivere un piccolo trattato sulle antichità cristiane.