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OrthodoxWiki:Italiano/Catacombe

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[modifica] == Cimiteri[modifica] ==  =Descrizione generale = Le catacombe sono poste sempre al di fuori della città, in quanto la sepoltura urbana era vietata dalla legge romana per motivi religiosi e di igiene. I terreni sulle quali erano costruite appartenevano a privati o a collegi funerari. Sono generalmente costituite da lunghe gallerie strette e basse dette ambulacri, dai sette a trenta metri sotto la superficie, di circa 2,5 m di altezza e di larghezza e intercomunicanti ai vari livelli tramite ripidi scalini.
Nelle pareti degli ambulacri sono scavate le tombe, dette loculi che avevano un'altezza di 40-60 cm ed una lunghezza variabile dai 120 ai 150 cm; questi ultimi erano vere e proprie camere di pietra che accoglievano i corpi avvolti in lenzuoli di lino oppure posti in sarcofagi di pietra. Gli ambulacri potevano essere intervallati, oltre che con i loculi più comuni, anche con i cubicoli, piccoli ambienti destinati ad ospitare le tombe di una famiglia o associazione, e con le cripte, contenenti solitamente la tomba di un martire; inoltre si possono trovare anche tombe sormontate da un arco, dette arcosoli e destinate ai nobili, ai martiri e ai Papi.
Affresco del Buon Pastore, Catacombe di San Callisto a RomaLa RomaLa luce e l'aria filtravano attraverso dei pozzi verticali quadrati, chiamati lucernari. La tomba veniva successivamente chiusa ponendo della malta e una lastra di marmo o delle tegole di terracotta, sulle quali veniva inciso spesso il nome del defunto, l'età e la data di morte; spesso a tali informazioni veniva aggiunta un'epigrafe religiosa o simbolica. lo studio di tali epigrafi riveste un'importanza capitale. Nelle catacombe si pregava perché, a quel tempo,la religione cristiana non era permessa.
[modifica] =Sopra terraI terra=I primi Cristiani si seppellivano comunemente nei cimiteri pagani, anche se questi non sono totalmente identificabili fino alla prima metà del II secolo. Il cimitero sopra terra, o subdiale, occupava un'area ben definita e recintata: questa poteva avere diversi nomi, fra i quali area, area christianorum, o τóπος (topos) in modo generico. Altre volte, se la zona era coltivata a giardino, era definita come hortus, agellus, κῆπος (kêpos); il cepotaphium (κῆπος + ταφή [taphé], tomba) era invece l'orto che circondava il monumento funerario, indicando poi tutto il resto della costruzione.
Solitamente vi era un unico custode e fossore, per un'area indubbiamente modesta. Di regola i corpi erano orientati, particolarmente ad est. Il sarcofago era una tomba più lussuosa e conservativa, e poteva essere realizzato in pietra, in marmo, in terracotta, e raramente in piombo, meno comune. Molto diffuso invece, di origini puniche, era un sepolcro realizzato con delle anfore. Per utilizzare lo spazio nella maniera migliore si costruivano anche tombe a pozzo chiamate forma. Le tombe più semplici potevano dunque essere il sarcofago, che costituiva la forma più evoluta, oppure un monolito a foggia di sarcofago, con un manufatto protettivo, a cappuccina se in muratura, oppure a mensa, con una lastra piana semicircolare.
[modifica] =Sotto terraIn terra=In epoca apostolica le necropoli dei cristiani si distinsero per l'uso dell'inumazione e per alcuni simboli caratteristici, mentre in età post-apostolica le comunità crebbero e grazie ai patrizi si organizzarono pubblicamente. In seguito, per poter far fronte anche ad un diffuso problema di spazio, si passò dalla sepoltura subdiale a quella sotterranea considerando che la vera e propria attività d'aggregazione avveniva nel titulus, una sorta di area parrocchiale o nella domus ecclesiae la casa dell'assemblea, messa spesso a disposizione da famiglie abbienti.
Inizialmente si utilizzarono cave abbandonate, differenziate da tufo granulare (le cui catacombe si caratterizzano per il tracciato irregolare e le gallerie larghe) o solido (con gallerie strette, più regolari e verticali). Il primo elemento di ogni catacomba è sempre una scala d'accesso (detta scala, descensus, o altre volte catabaticum), saltuarialmente affiancate da altre strutture per l'accesso dei pellegrini, come l'introitus ad martyres dal IV secolo. Le gallerie furono chiamate cryptae, indicando poi con lo stesso termine tutto il complesso sotterraneo; col termine cubiculum si definivano invece le camere sia sotterranee che subdiali. Le pila erano dei gruppi di defunti disposti in ordine verticale; fra le pila solitamente si seppellivano i bambini.
La toponomastica cimiteriale è caratterizzata generalmente dalle denominazioni di persone (come quelle di Priscilla o di Pretestato), da origini topografiche (ad duas lauros), da nomi di santi (sant'Agnese, san Pancrazio), oppure dall'anonimato o da nomi moderni (Santa Croce).
[modifica] =Tombe dei martiriPer martiri= Per martyr (μάρτυρ [martyr] o anche μάρτυς [martys] in greco significa "testimone") s'intendeva colui che aveva reso testimonianza di Cristo fino al sacrificio della vita. Coloro che tuttavia confessarono la propria fede, ma si salvarono, furono chiamati confessor (ὁμολογητής, homologhetés). Inoltre si affermarono anche gli asceti, coloro che con virtù eroiche supplirono al martirio. Sono cinque gli elementi principali che identificano la tomba di un martire: la presenza di una cappella o basilica; un'iscrizione in situ o su un monumento; dei graffiti sull'intonaco, a testimonianza del fervore dei fedeli; la presenza di un altare consacrato; alcune pitture, scale aperte per i visitatori, lucernari. Un sepolcro si riconosce come quello di un martire solamente constatando l’evidenza di tracce antiche di una sicura venerazione.
La cura del sepolcro s'intendeva con l'arricchimento di doni e mantenendone l'integrità (si permettevano reliquie ex contactu); in Oriente invece molti corpi vennero traslati, soprattutto a Costantinopoli. A Roma non si può parlare di traslazioni prima di papa Onorio I (625-638), e di veri e propri movimenti con Teodoro I (642-649): nacquero così celebrazioni liturgiche e chiese dedicate agli stessi santi. Il culto cominciava con il giorno della morte, il dies natalis, o ἡμέρα γενέθλιος (heméra ghenéthlios), deponendone le spoglie in una semplice tomba, poi man mano arricchita con nuovi doni, con grandi lavori dopo la pace di Costantino.
[modifica] = Organizzazione dei cimiteriI cimiteri= I fossores (o fossori) vengono così definiti per la prima volta nel 303; questi erano tenuti non solamente a seppellire i morti, ma anche a scavare le gallerie, gli ambienti e le tombe, nonché a decorarne le sepolture. Si suppone infatti che esistesse un corpo di operai specializzati. Gli attrezzi erano vari (di cui si conoscono diversi tipi, dalla raffigurazione nella figura di Diogene, nel cimitero di Domitilla): lampada, dolabra fossoria (piccone a due becchi di taglio e di punta), ascia, mazzuolo (martello per scalpello), scalpello, compasso, pala, groma (goniometro a traguardo). Inizialmente i fossori erano assimilati agli ostiari, custodi dei titoli e dei cimiteri: nel IV secolo, acquisendo sempre più importanza, si ritrovano ad un grado ecclesiastico superiore agli stessi ostiari. Questi vivevano di donazioni, ma in seguito seppero approfittare della propria posizione, ottenendo lauti guadagni scambiando privilegi. Dal pontificato di Sisto III (432-440) non si ha più notizia di compravendite di sepolcri, e probabilmente il clero riassume la responsabilità dell’amministrazione cimiteriale.
Primo provvedimento sull’organizzazione dei cimiteri fu di papa Zefirino, che alla fine del II secolo nomina Callisto tutore del cimitero della via Appia. Nel 240 papa Fabiano "regiones divisit diaconibus et multas fabricas per coemeteria fieri iussit" («divise le regioni tra i diaconi ed ordinò che venissero allestiti molti cantieri per la costruzione dei cimiteri»); dalla fine del IV secolo vi furono diverse ripartizioni: i praepositi, per le basiliche cimiteriali, i mansionarii, custodi delle basiliche minori, i cubicularii, per i sepolcri dei martiri. Con papa Damaso I (366-384) comincia un’epoca d’oro per i cimiteri cristiani di Roma, con lavori ed abbellimenti nelle cripte dei martiri. Dal 394, con l’affermazione definitiva del Cristianesimo con Teodosio I, la sepoltura sotterranea comincia ad essere tralasciata: si preferisce la sepoltura subdiale, meno dispendiosa. Inoltre le invasioni barbariche (il 24 agosto 410 Alarico entra a Roma) foriere di morte e distruzione, portarono a diverse traslazioni dei corpi dei martiri. Quando dal IX secolo fu permessa la sepoltura intra urbem, l’abbandono fu compiuto.
[modifica] = Studi archeologici =
Ritratto di Giovan Battista De RossiI primi studi sulle catacombe cristiane iniziano con Pomponio Leto, con la fondazione dell'Accademia Romana degli Antiquari nel XV secolo, con scopi relativamente poco scientifici. Andrea Fulvio dedica due libri ai cimiteri cristiani nelle Antiquitates Urbis del 1527, che ispirano Onofrio Panvinio a scrivere un piccolo trattato sulle antichità cristiane.
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