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OrthodoxWiki:Italiano/Divina Liturgia

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{{Liturgia}}La '''Divina Liturgia''' è nata nel IV a opera fondamentalmente di San [[Giovanni Crisostomo ]] e di San Basilio, che danno il nome alle due forme in cui viene celebrata. La celebrazione dura complessivamente un’ora e mezza. La Divina Liturgia equivale nella sostanza e nel significato alla celebrazione della santa Messa. E’ anzi uno dei riti con cui la Chiesa Cattolica celebra la S. Messa, insieme con il rito romano e con il rito ambrosiano.A parte determinate caratteristiche elencate sotto, fondamentalmente, la struttura è la stessa della Santa Messa: dopo le preghiere iniziali costituite da tre antifone alternate a brevi litanie, si procede con la lettura dell’epistola, l’alleluja e la lettura del Vangelo a cui segue l’omelia.
== Divina Liturgia di rito Bizantino ==
E' celebrata nei Patriarcati di Costantinopoli, Alessandria, Antiochia, Gerusalemme, Russia, Serbia, Romania, Bulgaria, Georgia, nelle Chiese di Cipro, Grecia, Polonia, Albania, Rep. Ceca, Slovacchia, America, Monte Sinai, Finlandia, Giappone.
 
Essendo nata nel IV secolo, essa è espressione della Chiesa indivisa: viene celebrata correntemente dalla Chiesa ortodossa russa, ma è anche uno dei riti in cui la Chiesa cattolica celebra la liturgia; la Chiesa cattolica di rito bizantino è presenta in particolare in Ucraina.
 
La differenza sostanziale tra le due è che S.Giovanni Crisostomo propone l’anafora (cioè la parte centrale della celebrazione eucaristica) secondo le preghiere antiochene degli Apostoli, mentre la formule liturgiche dell’anafora di S.Basilio sono più recenti e più lunghe.
Le celebrazione della Divina Liturgia in rito bizantino-slavo è una delle opere ecumeniche più significative di Russia Cristiana.
 In essa sono impegnati, oltre ai celebranti (sacerdote, diacono) anche il coro, i chierici, e altre persone che svolgonofunzioni di servizio, come la distribuzione dei libretti che consentono ai presenti di seguire la celebrazione.
La celebrazione viene svolta in slavo antico, tranne che nelle litanie e nelle letture.
 
 
== Origini storiche ==
La nascita del rito bizantino si deve a San Basilio e a San Giovanni Crisostomo, padri della Chiesa del IV secolo; la Divina Liturgia in rito-bizantino slava viene celebrata ancora oggi nelle due forme che prendono il nome appunto dai due padri orientali.
 
Fu proprio durante l’episcopato di S.Giovanni Crisostomo che Bisanzio divenne un punto di riferimento per la forma liturgica orientale; S.Giovanni Crisostomo diede un impulso decisivo alla nascita della Divina Liturgia.
 
La forma di San Basilio viene celebrata in alcuni momenti e/o feste specifici dell’anno liturgico, per esempio in quaresima; la struttura e lo svolgersi della celebrazione è uguale nelle due forme.
Dopo i primi anni, in cui la forma liturgica fu soggetta a frequenti evoluzioni, la Divina Liturgia in rito bizantino (nella due forme di cui si è detto) rimase fondamentalmente inalterata nei secoli; essendo nata nel IV secolo essa appartiene alla tradizione della Chiesa indivisa.
 
Il rito si diffuse presso le popolazioni slave nel IX secolo grazie agli apostoli Cirillo e Metodio “gli apostoli degli slavi”, che crearono con il “cirillico” un alfabeto che ne esprimesse la lingua, consentendo loro la nascita e il mantenimento di un’identità culturale; questo è un fatto del tutto significativo tant’è che le popolazioni che non accettarono l’evangelizzazione di fatto sparirono dalla storia anche come entità etnica.
 
Il cirillico rese così accessibili a tali popolazioni la lingua greca da cui appunto derivava il rito.
 
Certamente l’evento che portò al rapido sviluppo del rito nel mondo orientale è stato il battesimo di quella che oggi chiamiamo Russia nel 988 ad opera del principe Vladimir di Kiev.
 
Significativo è il famoso racconto dell’adozione del rito in Russia: la delegazione inviata dal principe Vladimir nel 987 a Costantinopoli per “esaminare la fede greca” descrisse l’incontro avvenuto con espressioni che ne sottolinearono da subito la potente connotazione estetica: “giacché”, riferirono i delegati, “non sapevamo se fossimo in cielo o in terra. Poiché sulla terra non esiste splendore o una tale bellezza e noi siamo del tutto inadeguati a descriverli. Sappiamo solo che il Signore si ferma lì tra gli uomini e il loro servizio è più luminoso delle cerimonie delle altre nazioni. Per questo non possiamo dimenticarne la bellezza”.
“Cielo in terra”, un’espressione classica che deriva direttamente dal primo comunitario liturgico (730 ca:) del Patriarca san Germano I di Costantinopoli.
 
Nel 1054 la cristianità assistette con dolore alla divisione tra la Chiesa occidentale e la Chiesa orientale bizantina.
Altre questione teologiche, legate al filioque o ad altre norme giuridiche, possono essere ricordate come ulteriori motivi di divisione che da sole però non possono rendere ragione di uno scisma così grave.
 
L’unione di Brest fu la decisione , presa dalla Metropolia di Kiev, tra il 1595 e il 1596, di rompere le relazioni con il Patriarcato di Mosca e sottomettersi alla giurisdizione del papa di Roma.
Il termine uniate in alcune lingue e in alcune culture aveva, però, assunto una valenza spregiativa e i documenti del Concilio Vaticano Secondo lo evitano accuratamente.
 ===Riconciliazione===
Un evento storico di grande rilevanza ebbe luogo il 5 gennaio 1964, quando il patriarca Atenagora I e papa Paolo VI si incontrarono a Gerusalemme: il loro "abbraccio di pace" e la loro dichiarazione di riconciliazione furono il primo atto ufficiale congiunto delle due chiese dallo scisma del 1054. La Dichiarazione comune Cattolico-Ortodossa del 1965 fu letta contemporaneamente il 7 dicembre 1965 in un incontro pubblico nell'ambito del Concilio Vaticano II a Roma ed in occasione di una cerimonia speciale a Costantinopoli: precisò che lo scambio di scomuniche del 1054 era fra le persone interessate e non fra le Chiese, e che tali censure non intendevano rompere la comunione ecclesiastica fra le sedi di Roma e di Costantinopoli. Questi grandi eventi non pongono però fine allo Scisma d’Oriente-Occidente, ma senz’altro mostrano il desiderio di una maggiore riconciliazione fra le due chiese.
Nel corso del suo viaggio pastorale in Turchia, il 30 novembre 2006, papa Benedetto XVI ha incontrato il patriarca Bartolomeo I, firmando una dichiarazione congiunta e ribadendo la necessità del dialogo fra le due Chiese.
 
== Struttura della Divina Liturgia ==
 
La Liturgia bizantina consta di tre parti: Preparatione, Liturgia dei catecumeni, Liturgia dei fedeli.
 
Quindi si riconoscono quindi nella Divina Liturgia le due parti fondamenti della ''Liturgia della parola'' e della ''Liturgia eucaristica''
 
Ma prima viene celebrata in segreto preliminarmente, la Proskomidia, presso un piccolo altare laterale dal Sacerdote e dal Diacono: è la preparazione dei Santi Doni, il pane e il vino.
 
===Preparazione===
Dopo le preghiere iniziali e la vestizione, il sacerdote e il diacono si recano all’altare della Protesi e preparano i Santi Doni (il pane ed il vino). Alla fine, il sacerdote copre i vasi con i Sacri Veli.
 
===Liturgia dei catecumeni===
La liturgia dei Catecumeni (che comprende riti di ingresso e la Liturgia della Parola) consta: All’altare tre preghiere sacerdotali, accompagnate da tre litanie, si alternano con tre antifone. Segue il Piccolo ingresso: Gesù Maestro, simboleggiato dal Vangelo portato processionalmente, entra nel mondo. Vengono poi cantati i Tropari che commemorano la festa o i santi del giorno; il Trisagio (inno “Tre volte santo”), l’Epistola, preceduta e seguita da versetti (Prokimen), e il Vangelo. Dopo il Vangelo seguono alcune litanie.
 
===Liturgia dei fedeli===
Il sacerdote dispiega l’Antiminsio. Al Grande ingresso il sacerdote e il diacono portano processionalmente all’altare il disco e il calice, mentre il coro canta l’Inno dei cherubini. Simboleggia l’ingresso nel mondo di Gesù vittima e sacerdote. Seguono una litania, l’abbraccio di pace (quando vi sono più sacerdoti concelebranti) ed il Credo, durante il quale si toglie il velo dai Santi Doni. Segue la Liturgia eucaristica propriamente detta, che culmina nella consacrazione. Si ricordano quindi i defunti e i viventi. Una litania precede il Padre Nostro. Il pane consacrato viene immesso nel calice. Seguono: Comunione, Ringraziamento e Benedizione. Si termina distribuendo il pane benedetto (Antidoro).
 
Per la liturgia dei fedeli, la cui parte centrale, è la preghiera eucaristica, con il Padre Nostro e la Comunione.
 
== Caratteristiche della Divina Liturgia ==
 
1) [[Iconostasi]] - nelle chiese di rito bizantino, il Presbiterio è diviso dal resto della navata da una parete su cui, secondo schemi precisi, sono disposte le icone del Cristo, della Madre di Dio, del Santo a cui è dedicata la chiesa ed altre. Questa parete, detta Iconostasi, è qui simboleggiata dalle icone del Cristo Salvatore e della Madre di Dio.
 
2) [[Canto]] - la Divina Liturgia è sempre interamente cantata, per dare solennità al Mistero della Salvezza che vi si rinnova. Nella tradizione della Chiesa russa, non sono usati strumenti musicali. Anche qui è presente un coro che, a nome di tutti, risponderà alle invocazioni dei sacerdotali e diaconali.
 
3) [[Litanie]] – durante la celebrazione viene fatto ampio uso della preghiera litanica.
 
Le litanie vengono sempre intonate dal Diacono, il popolo risponde Gòspodi pomìlui (Signore pietà), oppure, nelle litanie di supplica, Podài Gòspodi (Signore concedi):per mezzo di tali preghiere il popolo di Dio insistentemente presenta al Signore tutte le proprie necessità.
 
Tutti noi siamo invitati a partecipare soprattutto con l'ascolto, e con semplici gesti, quali l'inchino e il segno della Croce.
 
4) L'[[inchino]] - Abitualmente, si partecipa alla Divina Liturgia stando in piedi: in segno di riverenza (ad esempio in risposta all'incensazione o alle benedizioni del Presbitero) si fa un inchino, accompagnato dal segno della Croce.
 
5) [[Segno della Croce]] – Anche se non esiste una regola fissa che indichi quando segnarsi: ciascuno è invitato a farlo in risposta alle benedizioni (ad esempio "Pace a tutti"), quando è nominata la Santissima Trinità, oppure come adesione personale a una particolare intenzione proposta nelle preghiere.
 
6) [[Incenso]] Il frequente uso dell’incenso sia durante la proscomidia che all’interno della celebrazione vera e propria l’incenso è il segno dell’omaggio reso alla Divinità; per questo il Diacono incensa l’altare, le immagini sacre, la chiesa, il Sacerdote e anche tutti i presenti: anche noi, creati ad immagine e somiglianza di Dio, partecipiamo della Sua divinità e siamo degni di ricevere tale omaggio
 
==Collegamenti esterni==
 
*(it) [http://www.ortodossia-russa.net/testi/Liturgia/Liturgia.htm La Divina Liturgia di San Giovanni Crisostomo] (testo) - sul sito dell'Arcivescovado per le Chiese Ortodosse Russe in Europa Occidentale, Esarcato del Patriarca Ecumenico; (anche nella [http://www.ortodossia-russa.net/testi/Liturgia%20Crisostomo%20Esarcato.pdf versione .pdf] - testo slavonico, con rubriche e preghiere in italiano).
 
*(it) [http://www.ortodossiatorino.net/testi/2-preghiera/pdf-diretti/Divina%20Liturgia%20di%20San%20Giovanni%20Crisostomo.pdf La Divina Liturgia di San Giovanni Crisostomo] (testo trilingue in slavonico, rumeno e italiano, compilato a cura dello ieromonaco Ambrogio del Decanato d'Italia della Diocesi di Chersoneso [Patriarcato di Mosca] )
[[Categoria:Liturgica]]
 
*(it) http://www.russiacristiana.org/liturgie/introliturg.pdf
 
[[el:Θεία Λειτουργία]]
[[en:Divine Liturgy]]
[[fr:Divine Liturgie]]
[[ro:Sfânta Liturghie]]
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