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OrthodoxWiki:Italiano/Catacombe

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Le '''catacombe''' sono delle aree cimiteriali sotterranee utilizzate nell'antichità.
Le catacombe sono solitamente scavate nel tufo, tipica roccia facilmente lavorabile, e possono avere anche più livelli, con profondità che arrivano fino a trenta metri.
[[Image:Cubicu_callisto.jpg|thumb|right|230px|Catacombe di San Callisto, cubicolo]]
 L'etimologia della parola tardo latina "catacumba", da cui l'italiano "catacomba", è incerta; si pensa che derivi dalla locuzione greca "κατά κυμβής (katá kymbḗs)" o "κατά κύμβας (katá kýmbas)" (direttamente o attraverso la voce latina "cumba") che si può tradurre come "presso/sotto la cavità/le grotte".[2][3][4][5] Il nome "locus ad catacumbas" era una località situata in un avvallamento presso la via Appia; gli studiosi non sono però concordi sul luogo che questo termine latino indicava. Secondo alcuni usava indicare una depressione posta di fronte al Circo di Massenzio, fra le due colline dove oggi si trovano il cimitero di San Callisto e la tomba di Cecilia Metella, e passò poi a indicare il cimitero stesso;[2] secondo altri l'avvallamento era quello dove oggi si trova il cimitero di San Sebastiano.[3][4][5] Indice [nascondi]1 Cimiteri 2 Descrizione generale 3 Sopra terra 4 Sotto terra 5 Tombe dei martiri 6 Organizzazione dei cimiteri 7 Studi archeologici 8 Iconografia 9 Epigrafia 9.1 Iscrizioni funerarie in prosa 9.2 Formule particolari 9.3 Epigrafia metrica 9.4 Iscrizioni storiche 9.5 Iscrizioni su piccoli oggetti 10 Fonti 10.1 Letterarie 10.2 Monumentali 11 Riti e credenze 12 Località 12.1 Roma e Lazio 12.2 Italia 12.3 Europa 13 Ambientazioni 14 Note 15 Bibliografia 16 Altri progetti 17 Voci correlate 18 Collegamenti esterni
== Cimiteri ==
I cimiteri (il cui termine deriva dal greco κοιμητήριον [koimētérion], quindi dal verbo κοιμάω [koimáō], ossia "dormire", "riposare", oppure dal latino accubitorium, dal verbo accumbere per "giacere") per cristiani sono luoghi dell'attesa della resurrezione.
 
 
==Descrizione generale==
Nelle pareti degli ambulacri sono scavate le tombe, dette loculi che avevano un'altezza di 40-60 cm ed una lunghezza variabile dai 120 ai 150 cm; questi ultimi erano vere e proprie camere di pietra che accoglievano i corpi avvolti in lenzuoli di lino oppure posti in sarcofagi di pietra. Gli ambulacri potevano essere intervallati, oltre che con i loculi più comuni, anche con i cubicoli, piccoli ambienti destinati ad ospitare le tombe di una famiglia o associazione, e con le cripte, contenenti solitamente la tomba di un martire; inoltre si possono trovare anche tombe sormontate da un arco, dette arcosoli e destinate ai nobili, ai martiri e ai Papi.
[[Image:FileIl_Buon_Pastore_dipinto_nelle_catacombe_di_Priscilla,_cubicolo_della_velatio,_metà_del_III_secolo.jpg|thumb|left|Il Buon Pastore (Catacombe di Priscilla, cubicolo della velatio, metà del III. secolo A.D.)]]  
La luce e l'aria filtravano attraverso dei pozzi verticali quadrati, chiamati lucernari. La tomba veniva successivamente chiusa ponendo della malta e una lastra di marmo o delle tegole di terracotta, sulle quali veniva inciso spesso il nome del defunto, l'età e la data di morte; spesso a tali informazioni veniva aggiunta un'epigrafe religiosa o simbolica. lo studio di tali epigrafi riveste un'importanza capitale. Nelle catacombe si pregava perché, a quel tempo,la religione cristiana non era permessa.
La cura del sepolcro s'intendeva con l'arricchimento di doni e mantenendone l'integrità (si permettevano reliquie ex contactu); in Oriente invece molti corpi vennero traslati, soprattutto a Costantinopoli. A Roma non si può parlare di traslazioni prima di papa Onorio I (625-638), e di veri e propri movimenti con Teodoro I (642-649): nacquero così celebrazioni liturgiche e chiese dedicate agli stessi santi. Il culto cominciava con il giorno della morte, il dies natalis, o ἡμέρα γενέθλιος (heméra ghenéthlios), deponendone le spoglie in una semplice tomba, poi man mano arricchita con nuovi doni, con grandi lavori dopo la pace di Costantino.
 
== Organizzazione dei cimiteri==
= Iconografia =
 
Immagine del Buon Pastore presso le Catacombe di Priscilla a Roma (seconda metà del III secolo)
Diverse sono le immagini rappresentate nei cimiteri; la decorazione delle catacombe, in genere ad affresco, presenta soggetti, tecniche e stili derivati dall'arte pagana, spesso reinterpretata secondo le nuove credenze. Ne sono un esempio il mito di Orfeo, mentre ammansisce le fiere, oppure Mercurio crioforo (trasformato dalla tradizione cristiana nel buon pastore). Mentre all'inizio si faceva uso in chiave decorativa o simbolica di soggetti come pesci, uccelli, rami di olivo, figure umane come ad esempio l'orante, successivamente a queste si aggiunsero scene tratte dall'Antico e Nuovo testamento. Vi si trovano insomma rappresentati episodi salvifici desunti dalla tradizione biblica: Noè e il Diluvio Universale (dalla Genesi); episodi della vita di Daniele, come Nabucodonosor II e i tre fanciulli tra le fiamme, Daniele nella fossa dei leoni, Susanna e i vecchioni (dal Libro di Daniele); episodi della vita di Giona, Giona gettato dai pescatori, inghiottito da un mostro marino, disteso sotto un albero (dal Libro di Giona); Mosè che fa scaturire l’acqua da una roccia (dal Libro dell'Esodo e dai Numeri); la resurrezione di Lazzaro (dal Vangelo di Giovanni). Ma anche elementi tipici come il Buon Pastore, il pavone,[6] la fenice,[7] il filosofo (come vir sanctus che conosce i mezzi e gli strumenti per accedere nell'aldilà), che a volte è accompagnato da una virga, in funzione di taumaturgo.
[[Image:2217301_20100622_san_paolo.jpg|thumb|right|230px|Icona di San Paolo, nel cubicolo delle catacombe di Santa Tecla a Roma]]
=Epigrafia=
Un’iscrizione è la risultante di due o più nuclei concettuali; ogni espressione epigrafica si dice formula, ossia un concetto dichiarato in una particolare maniera con carattere stilistico, foriero di un’indicazione cronologica. Come i Romani, anche i Cristiani utilizzavano i cosiddetti tria nomina (praenomen, nomen, cognomen) ma molti sono anche i casi di nomi unici; non è attestata un'onomastica tipicamente cristiana fino al IV secolo, tanto che sono riportati nomi di origine pagana fino in epoca tarda. Nomi cristiani sorsero con l’usanza di battezzare i fanciulli con nomi di adozione, a volte mediati con quelli originari attraverso un nesso. Fondamentale era anche l’indicazione degli anni vissuti, a volte completata dal numero di mesi e giorni, e a volte (per i bambini) di frazioni di ore, a volte invece approssimata con la formula plus minus, siglata in P.M. o altre formule, altre volte ancora accompagnata dall’anno di nascita, di matrimonio o di vedovanza. Ricorrono anche titoli di merito (come martyr e confessor), altri liturgici, onorifici o cultuali (sanctus e beatus). Le indicazioni di morte possono essere o formule di passaggio o d’introduzione. Il primo, un elemento naturalmente cristiano, vede il dies natalis nella data di morte, non nel giorno della nascita terrena; inoltre si preferisce l'utilizzo di un formulario che esprima il senso di riposo della tomba. Nel secondo è vivo il senso di depositio ("in pace"), ossia di custodia temporanea, con cui si indica particolarmente il giorno di morte e semmai i giorni trascorsi per la sepoltura. Il calendario utilizzato era solitamente quello comune romano, il calendario giuliano; nei casi delle epigrafi cristiane in greco, a volte si faceva uso di computi cronologici locali, come il calendario macedone o il copto; altri ancora segnavano il nome dei giorni in base alla menzione del Natale o della Pasqua, o di particolari notazioni astronomiche. I modi di numerazione erano le cifre romane per i latini e le lettere dell'alfabeto greco per gli orientali, con le dovute eccezioni (IIII al posto di IV, l'episema al posto del VI); alcune volte i giorni venivano conteggiati senza essere trasformati in mesi, e viceversa. Le datazioni, minime rispetto al patrimonio epigrafico, avvenivano citando i consoli e gli imperatori (sistema più diffuso, di facile interpretazione fino al 306, poi dal 541 si nomina il solo imperatore) oppure secondo una cronologia regionale (in ere, come l’ispanica, la mauritana, o con l'indictio, ciclo di quindici anni numerati progressivamente dal 297 per opera di Diocleziano). Altre volte venivano citati gli anni di regno di un monarca locale, oppure del vescovo o di un pontefice.
== Formule particolari in prosa==
Fra le formule epigrafiche particolari si ricordano: le acclamazioni, che perdono il senso lugubre pagano e si trasformano in augurio; gli auguri di pace, non solamente riferiti al sepolcro (domus aeternalis), ma anche dedicati alla felicità celeste; il refrigerium (ἀνάψυξις, anàpsyxis), ossia l'augurio di partecipazione al convito celeste, simboleggiato da una colomba nell’atto di suggere; le acclamazioni di vita in Cristo, auspicio di soggiorno dell'anima in Cristo; le formule desunte dal formulario pagano, quali forme di addio e pensiero che nessuno è immortale; le orazioni, come invocazioni dell'intercessione o dell'intervento; le preghiere per il defunto, molto simili alle acclamazioni; le invocazioni dei viventi al defunto, affinché interceda per loro, generalmente brevi composizioni; le preghiere del defunto ai viventi e al Signore, che attestano la continuità della vita terrena in quella celeste; dai viventi a proprio vantaggio, di cui molti sono graffiti lasciati dai pellegrini; sacramenti; battesimo e cresima, poiché riti d'iniziazione, espressioni piuttosto velate (disciplina arcani).
Le fonti principali sulle catacombe sono distinte in due classi: monumentali, cioè da testi diretti, e letterarie, ossia trascrizioni indirette. Fra le risorse più comuni si ricordano la Bibbia, i Vangeli canonici, gli Atti e le Lettere degli Apostoli. Altre fonti importanti sono la "Didaché" (Διδαχὴ τῶν δώδεκα ἀποστόλων, Didaché tôn dōdeka apostòlon), una raccolta di prescrizioni di carattere morale, liturgico e disciplinare, e la cosiddetta "Tradizione apostolica" (Ἀποστολικὴ παράδοσις, Apostoliké paràdosis), una serie di regole per gli ordini ecclesiastici, l'eucaristia e il battesimo.
==Letterarie==
Numerosi cimiteri antichi cristiani esistono anche nel Lazio, soprattutto nei dintorni di Roma. In diversi casi ospitarono tombe di martiri, testimoniando una diffusione del Cristianesimo in queste zone già in epoca precedente all'editto di Costantino del 313. Sono spesso di dimensioni complessive inferiori, ma per la buona qualità del tufo in cui sono scavate possono presentare gallerie molto ampie, ma spesso ad andamento irregolare, in quanto scavate per brevi tratti successivi, a seconda delle necessità. I loculi, di forma irregolare, a volte sono chiusi da muretti in mattoni, poi intonacati all'esterno. La maggiore frequenza di cappelle familiari, a volte monumentalizzate con decorazioni intagliate nel tufo sembra suggerirne l'utilizzo da parte di ceti sociali superiori. Tra le circa cinquanta catacombe laziali conosciute, non tutte oggi accessibili, si ricordano quella di Santa Cristina a Bolsena, di Santa Savinilla a Nepi, di Santa Teodora a Rignano Flaminio, di Santa Vittoria a Monteleone Sabino (detta Trebula Mutuesca), di Colle San Quirico a Paliano, ad decimum sulla via Latina a Grottaferrata, di Sant'Ilario ad bivium presso Valmontone, e di San Senatore ad Albano Laziale.
 
 
 
= Italia=
== Europa ==
Le catacombe di ParigiVi sono molti esempi di catacombe nel continente europeo. A Malta sono presenti catacombe affini a quelle siciliane, anche se non così estese: si tratta perlopiù di ipogei, con alcuni elementi locali. A Colonia, in Germania, si conoscono tre cimiteri sopra terra (San Severino, Sant'Orsola e San Gereone), mentre quali quelle di Parigi in Francia, e di Treviri in Germania. Inoltre ne esistono anche in Spagna, Grecia, Anatolia ed Africa settentrionale.
 
 
== Ambientazioni==
Fra i diversi fumetti che utilizzano come ambiente per particolari episodi le catacombe, si ricorda anche l'albo a fumetti di Martin Mystère intitolato Catacombe! (n. 135, giugno 1993) ed ambientato nelle catacombe di Roma.
il 7 luglio 2007 è stato distribuito nelle sale italiane il film Catacombs - Il mondo dei morti, ambientato nelle catacombe parigine.
 
== Note==
Enciclopedia Rizzoli-Larousse, Milano, 1967. (alla voce catacómba)
Enciclopedia Grolier-Hachette, Milano, 1994. (alla voce catacombe)
 
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